Sistemare gli scaffali dell'enoteca è una delle attività preferite al Mota, soprattutto quando si tratta di inserire nuove etichette: piccole grandi scoperte che ci hanno entusiasmato e che non vediamo l'ora di far assaggiare ai nostri ospiti. In particolare la nostra passione e ricerca si sta concentrando sempre più sui vini naturali, e negli ultimi tempi ne abbiamo assaggiati davvero parecchi.
Oggi quindi vorremmo provare a raccontarvi i 4 vini naturali che in questi mesi hanno catturato la nostra attenzione (e anche quella dei nostri ospiti che hanno avuto la fortuna di assaggiarli).
Intrepido 22 - Emiliano Baroldi
Anfore, pallavolo e camicie bianche, si potrebbe riassumere così il mondo di Emiliano Baroldi, produttore e allo stesso tempo gestore di una storica vineria a Mori in Trentino, un locale dove si cerca di educare alla degustazione del vino di qualità accompagnato da abbinamenti sofisticati.
Un passato da pallavolista e da barman per Emiliano Baroldi che ha girato i locali di mezzo mondo, e un presente fatto di grandi vini, come l'Intrepido, un taglio bordolese (50% Cabernet Franc e 50% Merlot) vinificato e affinato separatamente nelle anfore di terracotta sulle proprie bucce. L'utilizzo di anfore contribuisce a preservare le caratteristiche del vino conferendogli una autenticità che riflette il terroir, un approccio alla vinificazione che consente all'intrepido di narrare a ogni sorso la storia del territorio da cui proviene.
Emiliano Baroldi oggi è conosciuto come l'enologo con la camicia, perché è uno che alla camicia bianca non rinuncia mai, anche quando in cantina è alle prese con lavori sporchevoli: leggenda vuole che nonostante tutto la sua camicia rimanga sempre immaccolata.
A noi l'Intrepido piace molto in abbinamento alla Tartare di Dentice creata dal nostro Chef Federico Maglio.
Valgella 2020 - Alessio Magi
Quando le stelle si allineano e capitano anni come il 2020 in cui la produzione di uva è favorita da condizioni climatiche pressoché perfette, ecco che prendono vita grandi rossi come il Valgella 2020 dell'azienda Alessio Magi.
In Valtellina con i vini rossi non si scherza, e il Valgella 2020 gioca decisamente nel campionato dei grandi: composto dal 90% di Nebbiolo e da un 10% di varietà autoctone (Pignola, Brugnola, Rossola), questo vino dal gusto pieno e persistente rapprensenta in pieno una delle realtà vitivinicole più interessanti del panorama valtellinese.
L'azienda agricola Magi, nata nel 2008, si impegna nella coltivazione a lotta integrata, evitando l'uso di diserbanti chimici e optando per una concimazione organica. Questo approccio rispettoso dell'ambiente riflette il carattere genuino del Valgella 2020.
Un calice di Valgella Alessio Magi merita un grande piatto di carne, come il Filetto di Manzo che abbiamo in carta al Mota.
Rosso di Valtellina 22 - Bastian Cuntrari
Se cercate un vino diverso da tutti gli altri, una esperienza che vada contro corrente, allora il Rosso di Valtellina 22 di Bastian Cuntrari è quello che fa per voi.
L'azienda agricola Bastian Cuntrari si distingue, come dice il nome, per un anima eccentrica e in direzione ostinata e contraria, ma soprattutto per la produzione di vini mai banali, nati nel cuore dalle aree a denominazione Valtellina Superiore.
Michele e Patrik, i vigneron di Bastian Cuntrari, sono da sempre attenti alla natura e alla sostenibilità, adottando piccoli accorgimenti strategici per salvaguardare l'ambiente, come la falciatura regolare che evita l'uso di diserbanti e l'utilizzo di feromoni per respingere gli insetti.
Il risultato di questo lavoro, il Rosso di Valtellina, è un vino che si distingue per nitidetta e verticalità, con una piacevole freschezza acida che conferisce equilibrio e vivacità al palato.
Per un vino controcorrente, occorre un abbinamento altrettanto inaspettato: provatelo con il nostro Tentacolo di Piovra, altra grande creazione gustosa e colorata dal menù del Mota.
Cahors 21 - Chateau Combel La Serre
Per gli estimatori dei vini francesi, l'azienda vitivinicola Chateau Combel De La Serre sarà una piacevole scoperta. Arroccata nel cuore dell'Occitania, nel sud ovest della Francia, terra di grande fascino e grande mistica, la Chateau Combel De La Serre si estende su 22 ettari dedicati al Melbec con una piccola parte coltivata a Vermentino.
Il Cahors 21 è un ottimo esempio del lavoro di questa azienda, concentrata da anni nella produzione di vini naturali, attraverso coltivazioni sostenibili e l'utilizzo di lieviti indigeni e metodi artigianali. Ma oltre a questo la grande forza che rende imperdibili i vini di Chateau Combel De La Serre è data dal terroir caratterizzato dai suoi variegati composti di sedimenti di ghiaia, sabbia, argilla, e calcare ricchi di minerali che conferiscono complessità al vino.
Per questo il Cahors 21 è forse il nostro vino naturale preferito del momento: un vino dalla beva fruttata, semplice e genuino.
Il Cahors 21 lo berremmo in ogni situazione, però abbiamo scoperto che regala grandi emozioni con la Guancetta di Cervo, un altro grande piatto firmato da Federico Maglio