I 50 anni del Mota, gli inizi | vedevamo le cameriere e ci piaceva come erano vestite - Mota Hospitality in Livigno
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I 50 anni del Mota, gli inizi | vedevamo le cameriere e ci piaceva come erano vestite

La storia del Mota è un grande racconto di famiglia, la famiglia Rodigari, caratterizzato da valori semplici e di sostanza, tanta voglia di fare e volontà di offrire all'ospite, prima che al cliente, una esperienza degna di essere ricordata.

gli anni 70

L'albergo Mota apre ufficialmente il 23 dicembre 1973, una domenica; la struttura sorge su un terreno di proprietà di un sacerdote che a sua volta lo aveva ricevuto in donazione dalla famiglia Motta, Mota in dialetto livignasco. L'albergo, nato dalla fusione di due blocchi di appartamenti è stato tra i primi a Livigno a offrire camere con bagno e telefono.

A gestire questa nuova impresa con entusiasmo e forse un po' di incoscienza sono le due sorelle Rodigari, Tullia la maggiore e Claudia di soli 17 anni che, dopo aver lavorato per qualche tempo nelle strutture alberghiere di Saint Moritz, ha proposto ai genitori, già coinvolti in altre attività legate all'ospitalità come trattorie con alloggio e ristoranti, di aprire un vero e proprio albergo.

Vedevamo le cameriere e ci piaceva come erano vestite, ricorda Claudia con un sorriso, riandando a quei giorni in cui con poca esperienza si lanciava in una impresa che sarebbe diventata l'impresa di famiglia; il ricordo spontaneo, forse un po' ingenuo da adolescente che ha appena iniziato a scoprire il mondo, legato ai vestiti delle cameriere viste nell'esotica Saint Moritz danno l'idea della semplicità (grande forza alla base di ogni idea vincente) ed entusiasmo con cui una giovane donna dava il via a una grande avventura.

Quasi subito la sorella di Claudia, Tullia, sceglie di proseguire il proprio percorso accademico lasciando di fatto la gestione alla sorella minore che grazie all'ottima conoscenza del tedesco prima, che la aiuta con le iniziali forme di turismo provenienti dalla Germania, e con una sempre maggiore dimestichezza ed esperienza poi, con particolare attenzione ai dettagli e alla cura con cui cercava di rendere il più confortevole possibile il soggiorno al Mota, riesce nel tempo a costruirsi una solida base di clienti che tuttora, a cinquant'anni da quei giorni, la ricordano con affetto.

La grande intuizione avuta da Claudia di lanciarsi nel mondo alberghiero trova nuovo slancio fra la metà degli anni 70 e la metà degli anni 80, quando a Livigno si susseguono una serie di eventi e di investimenti che sono i primi mattoncini della forte realtà turistica che è oggi: viene aperto il tunnel che collega Livigno direttamente alla Svizzera che farà da volano per il turismo straniero e si inaugurano gli impianti del Carosello proprio quando si inizia ad affermare la settimana bianca come forma di vacanza. Sono questi gli anni ruggenti del Mota in cui prende corpo anche un aspetto essenziale dell'albergo di oggi: la cucina. 

La grande qualità proposta oggi dal ristorante del Mota trae origine proprio da questo periodo, anche grazie all'ottimo lavoro di Lorenzo, fratello di Claudia, che appena diplomato all'alberghiero di Bellagio ha avuto subito l'opportunità di mettere in pratica le proprie capacità ai fornelli dell'albergo. Pizzoccheri, cannelloni, lasagne, bolliti, spezzatini, salmì, brasati erano i piatti più rinomati e già allora si sapeva che a Livigno in pochi posti si mangiava bene come al Mota.

gli anni 80

Gli anni 80 sono stati per Claudia anche il periodo in cui ha messo su famiglia insieme a Flavio che, per coincidenze del destino, di cognome pure lui fa Rodigari e pure lui ha alle spalle una già solida esperienza nel campo della ristorazione e dell'accoglienza.

Per gestire un grande albergo occorre una grande famiglia, lo sanno bene Claudia e Flavio che sono diventati genitori di cinque figli, ma occorre anche rimanere sempre al passo con i tempi, e all'occasione essere pronti a rinnovarsi.

Nella seconda metà degli anni 80 a Livigno si passa da un turismo più legato ai tedeschi a uno con maggiori presenze anglosassoni soprattutto d'inverno, mentre la presenza di turisti italiani si concentra sempre di più in estate. Sono gli anni in cui il ristorante del Mota prende un'impronta diversa, e il cambiamento lo racconta bene il piatto firma di quei tempi, il Filetto Chateaubriand, che il cuoco Decimo preparava a regola d'arte, accanto a buffet di  grande successo, e ad alcuni piatti di pesce introdotti per la prima volta a Livigno.

L'inaugurazione del ristorante all'aperto è un primo passo verso ammodernamenti maggiori che seguiranno negli anni e va di pari passo con la creazione dell'area pedonale entro cui sorge il Mota e che lo valorizza ulteriormente così come l'apertura della seggiovia con collegamento diretto a Carosello 3000 dietro l'albergo che ancora oggi è un non plus ultra del Mota che consente a tutti i clienti di mettersi gli sci ai piedi appena fuori l'albergo e di risalire subito le piste.

 

Ci sono ancora un sacco di cose di raccontare, la storia del Mota continua...

 

 

 

 

 

 

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